Il Ficodindia dell’Etna (DOP) è un prodotto ortofrutticolo italiano a Denominazione di origine protetta. Esso è il frutto del ficodindiadell’Etna ed è quindi originario delle zone a terreno lavico.In Sicilia, il ficodindia fu introdotto dagli spagnoli nel sedicesimo secolo e la sua coltivazione cominciò immediatamente.
Si narra che fu Cristoforo Colombo ad assaggiare il frutto durante il suo viaggio nelle Americhe, ma pensando di trovarsi in India lo chiamò fico d’India. È una pianta che cresce ovunque, in ogni tipo di località, appartiene al genere di cactacee dal gusto delicato e corposo. Prospera nei terreni rocciosi e aridi. Essendo una specie molto tenace, si stabilì con grande facilità nelle campagne siciliane dove presto cominciò a propagarsi. Non ha bisogno di massicce risorse idriche per sopravvivere, ha una grande capacità di sopravvivenza alle calure estive sicule e a temperature oltre i 40 gradi,
È una pianta che può raggiungere i sei o i sette metri in altezza ( un bellissimo esemplare arborescenti si trova nel giardino di S. Giovanni degli Eremiti a Palermo). Oggi ci sono addirittura 300 specie fra le quali sei o sette di tipo commestibile. Infatti, negli ultimi decenni, con le nuove tecnologie questa pianta dà la possibilità di creare una plastica biodegradabile dalle cladodi.
È un frutto succoso, dolce e pieno di semi. Forse un miracolo, o la diversità di clima, trapiantato nell’isola vi si acclimatò e cominciò a dare i frutti sani e dolci. Naturalmente è un frutto da gustare con moderazione per non creare problemi di digestione.
Il fico d’India ha un tessuto ricco di mucillagine che favorisce l’assorbimento e la ritenzione d’acqua, e consente alla pianta di resistere ai lunghi periodi di siccità. I fiori, da 6 e a 10 cm. di diametro posti ai margini delle pale, sono di colori sgargianti. Sono ricchi di spine che facilmente si piantano nella pelle umana. Nel corso degli anni, il frutto del fico d’India venne migliorato tramite la selezione e l´incrocio. Da circa quindici anni, la produzione del fico d’India è diventata una vera e propria industria in Sicilia.
L’uomo ha imparato a sfruttare il fico d’India al massimo. Oltre a consumare il suo frutto crudo si può gustarlo anche sotto forma di mostarda, una sorta di conserva simile in consistenza e dolcezza alla cotognata. Sono molteplici gli usi: da quelli gastronomici a quelli medici e anche cosmetici, come per la produzione di creme, saponi e shampoo. È indicato anche nelle diete dimagranti visto che contiene poche calorie. Infine è ideale per chi pratica lo sport. A tavola il frutto oltre ad essere consumato fresco, può essere utilizzato per la produzione di succhi, liquori,. gelatini e marmellate.
Esistono tre varietà di questo frutto, in base alle quali cambiano colore della buccia e della polpa, colore rossa, giallo e bianca con gusto delicato.Oggi i fichi d’India non solo sono apprezzati nell’isola in quanto sono stati scoperti tanti nuovi utilizzi di questa pianta ma vengono considerati un simbolo per il pregiato sapore, tanto da ottenere nel 2003 la “Denominazione d’origine protetta. La produzione di questo frutto è quella alle pendici dell’Etna.